Mario Giacomelli

Mario Giacomelli nasce a Senigallia nel 1925.

Nel 1934, rimasto orfano del padre, comincia a lavorare come garzone presso la tipografia Giunchedi, che poi cambierà sede e Giacomelli ne diverrà proprietario, la Tipografia Marchigiana diverrà un punto di incontro tra l’artista fotografo e il resto del mondo.

Negli anni a seguire si dedica alla pittura, alla poesia e si appassiona di corse motociclistiche.

Nel 1953 acquista la sua prima macchina fotografica, una Comet Bencini, che presto cambierà con una più professionale Kobell  6x7, che utilizzerà per tutta la vita.

Il giorno di Natale si reca in spiaggia a scattare la sue prime fotografie. Da quel momento dedicherà la sua intera vita a dare forma alle proprie idee, a quella realtà che diventa tale, si realizza, solo grazie all’interconnessione di tutte le cose, ad una radicale relazionalità.

Lanno seguente inizia la sua carriera di fotografo e insieme a Giuseppe Cavalli e altri fotografi di Senigallia, fonda l’Ass. fotografica MISA.

Tra il 1955 e il 1956, presso il locale ospizio dove la madre lavora, prende forma la sua prima serie fotografica, divisa in più capitoli, quella dell’Ospizio, che va da "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” degli anni ’50, alla serie “Non fatemi domande” realizzata tra il 1981 e il 1983.  Nel 1956 si iscrive al circolo fotografico La Bussolacol quale espone a Roma, ma dal quale si distaccherà presto per divergenze di idee.

Tra il 1956 e il 1961 compie alcuni viaggi di breve durata, realizza serie fotografiche come quella di Scanno, un villaggio dellItalia centro-meridionale, i pellegrini di Lourdes”,Loreto”. A Senigallia in pochi minuti, prima di scappare dalla disperazione, realizzaMattatoio”.

Nel 1960 viene presentata alla Triennale di Milano la sua serie Un uomo, una donna, un amore”.

Tra il 1961 e il 1963 presso il seminario di Senigallia lavora alla serie Io non ho mani che mi accarezzino il volto” anche conosciuta come I pretini.

Nel 1964 la serie fotografica Scanno” entra a far parte dellesposizione permanente del MOMA di New York. L’acquisizione del celebre museo si arricchì poi di alcune opere dei “Pretini”.

Risale agli anni 1964-68La buona terra”, una serie particolarmente amata da Giacomelli, perché fu come un balsamo per la propria coscienza personale e artistica, la prima serie in cui Giacomelli dispone dei personaggi, come fossero oggetti del suo pensiero, costruendo le immagini emblematiche che tutto il mondo conosce. SeguìCaroline Branson” del 1971-73, un lavoro ispirato allAntologia di Spoon River di Edgar Lee Master, poi Presa di coscienza sulla natura” tra il 1977 e il ‘79, la grande serie dei paesaggi, a tratti indicata con altri titoli.

Tra il 1966 e 1980 le sue fotografie sono esposte a New York, Parigi, Londra e in diverse città dItalia e dEuropa.

Edel 1983 la serie Il mare dei miei racconti”.

Nei dieci anni successivi le sue opere vengono esposte nei musei di tutto il mondo, Europa, Stati Uniti, Tokyo, Pechino, Mosca e in molti dei quali restano per esposizione permanente. Premi e riconoscimenti celebrano Giacomelli quale maestro assoluto della fotografia mondiale, ma soprattutto, artista in ogni sua espressione.

Nel 1992 si appassiona al pittore Walter Bastari e ne realizza la serie Il pittore Bastari”. Giacomelli vede in lui la proiezione di una parte della propria anima, nascosta dagli anni e dal complesso e doloroso lavoro di realizzazione di sé stesso.

Svariate sono le serie di immagini ispirate a opere letterarie, da Silvia” e Linfinito” di Leopardi a Passato” di Cardarelli, da La mia vita intera” di Borges a Ritorno” di Caproni, fino alla lettura in chiave fotografica di una poesia del figlio Simone “Diversi? Ti chiesi” che, con quelle sul mare, la natura e il lavoro nei campi costituiscono una produzione ricchissima.

Tra gli ultimi lavori ricordiamo Io sono nessuno” (1994-95) su testi di Emily Dickinson, “La mia vita intera” (1995-99) lettura immaginale di un’opera di Borges,  Questo ricordo lo vorrei raccontare” (1998-2000), “i ricordi di un ragazzo nato nel 1925”(1997-2000), “Ritorno” (2000).

Il 25 novembre del 2000 Mario Giacomelli ci lascia nella sua casa di Senigallia.